La zanna sfregiata dell'elefantino |
Certo, l'incuria e il degrado in cui versano le nostre città influiscono nella determinazione di tali episodi, ma alla base di tutto c'è la mancanza d'educazione e di un senso civico condiviso. Un compito arduo spetta, o spetterebbe, alle nostre istituzioni (e a tutti noi): preservare il passato per consegnarlo ai posteri. Strumento insostituibile per questo fine è la conoscenza. Nel nostro piccolo, in questo caso, proveremo a delineare i caratteri dell'opera in questione: Il Pulcin della Minerva.
La facciata di Santa Maria sopra Minerva |
La Basilica di Santa Maria sopra Minerva
Ci troviamo nel centro di Roma nel quartiere Pigna a due passi dal Pantheon, in una delle zone più affascinanti della capitale: qui sorge la Basilica di Santa Maria sopra Minerva.Santa Maria sopra Minerva è uno dei tanti gioielli storici-artistici in cui possiamo imbatterci a Roma. La storia della Basilica risale all'VIII secolo, quando fu fondato un'oratorio di devozione mariana, conosciuto come Minervum. Nel 1280 iniziò l'edificazione di nuova basilica domenicana, su modello della Basilica di Santa Maria Novella a Firenze. Nella basilica è sepolta la grande santa domenicana Santa Caterina da Siena, patrona d'Italia.
Santa Maria sopra Minerva si è arricchita nel corso dei secoli di opere d'indicibile bellezza e rilevanza storica. La Cappella Carafa (1488-1493), affrescata da Filippino Lippi, il Cristo Risorto di Michelangelo (15119-1520), le tombe dei papi medicei, nell'abside, Leone X e Clemente VII, la cappella Aldobrandini in cui sono sepolti in genitori del papa Clemente VIII (1592-1605), con sculture di Nicolas Cordier e con pala d'altare di Federico Barocci, e infine l'innovativo monumento a Suor Maria Raggi di Gian Lorenzo Bernini (1644-1647), solo per citare le opere più importanti. Uno scrigno di arte e storia.
L'elefantino sorregge l'obelisco |
L'obelisco della Minerva
La storia dell'elefantino prese inizio nel 1665 quando in una tenuta del convento domenicano di Santa Maria sopra Minerva fu rinvenuto un piccolo obelisco di 5 metri e mezzo di altezza con iscrizioni egizie su tutti i lati. L'obelisco proveniva dal tempio di Iside al Campo Marzio, conosciuto anche come Iseo Camplense, santuario di età imperiale, consacrato alla dea Iside. Il tempio di Iside sorgeva a breve distanza dall'attuale Basilica domenicana. La produzione dell'obelisco è egiziana. Faceva, infatti, parte del materiale egiziano che arrivò a Roma da Eliopoli (Egitto) nella prima età imperiale.
Il Pulcin della Minerva
Intanto chiariamo il significato del nome. Come è risaputo che ai romani piaccia dare soprannomi a tutti e perfino alle statue. E il piccolo elefantino di Piazza della Minerva ai romani del tempo ricordava un piccolo maiale, il porcino, o come si diceva all'epoca il pulcino. Il monumento di Bernini, scolpito dal suo fido allievo Ercole Ferrata nel 1667, non era, tuttavia, il primo progetto preso in considerazione per la collocazione dell'obelisco.
Autoritratto di Gian Lorenzo Bernini (1630-1635) |
Xilografia Hypnerotomachia Poliphilii |
La messa in opera del monumento non fu priva di imprevisti. I domenicani e Paglia, in particolare, mossero delle obiezioni statiche al progetto di Bernini che fu costretto a variarlo per venire incontro alle richieste dei religiosi. Ma il buon Bernini, genio permaloso e libero da imposizioni esterne, rispose, secondo la leggenda, ponendo le terga dell'animale di fronte all'entrata del convento domenicano, mentre la proboscide, in maniera irriverente, evidenziava l'esibizione della parte meno nobile del Pulcin. Chi la fa l'aspetti. Come speriamo che accada anche all'autore del recentissimo sfregio.
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