La Repubblica di Genova
Le origini di questa vicenda affondano nella gloriosa storia di Genova la Superba. Genuensis, ergo mercator, questo è il detto che più di tutti racchiude l'essenza della Genova marinara. Nel Cinquecento la grande aristocrazia mercantile della città costituì, delle ceneri del comune bassomedievale, la Repubblica di Genova.
La Serenissima Repubblica era governata, secondo la riforma di Andrea Doria del 1528, dalle 28 famiglie aristocratiche della città. Si trattava di consorzi di famiglie, conosciute come Alberghi. Una Repubblica oligarchica che segnò la storia della città.
I Lomellini e l'isola di Tabarca
La famiglia Lomellini, dipinto di Antoon van Dyck 1623, Edinburgh, National Gallery of Scotland |
La grande alleata della Repubblica di Genova fu la Spagna. La Spagna nel Cinquecento assunse il ruolo di leadership all'interno del panorama ormai globale. Carlo V d'Asburgo fu la guida di questo glorioso momento storico. I genovesi si legarono fortemente alla Spagna imperiale ricevendone grandi benefici. Tra le famiglie della Superba ci interessa la vicenda dei Lomellini.
I Lomellini furono una delle famiglie più influenti della Repubblica. Nel 1543 ricevettero da Carlo V la concessione per la pesca del corallo nell'isola di Tabarca, vicina alle coste di Tunisia. La famiglia decise di colonizzare la piccola isola tunisina. Sin da subito molti abitanti di Pegli, quartiere genovese, dove i Lomellini possedevano delle proprietà.
Nei secoli a venire Tabarca divenne un' avamposto commerciale genovese, centro delle fortune della famiglia dei Lomellini, che estesero il commercio dai coralli ad altri generi alimentari e non solo.
I tabarchini dopo il 1741
Pegli,Tabarca e i nuovi insediamenti tabarchini:Nueva Tabarca, Carloforte e Calasetta |
Nel 1741 l'isola di Tabarca fu acquisita dal bey di Tunisi e i pegliesi, divenuti tabarchini, furono costretti a lasciare la loro patria acquisita. Grave fu il contraccolpo economico per i Lomellini. Una crisi irreversibile. Quale destino toccò ai tabarchini?
Una parte consistente di loro già prima del 1741 aveva richiesto al re di Sardegna Carlo Emanuele III di Savoia di stabilirsi nell'isola disabitata di San Pietro, all'epoca conosciuta come l'isola degli Sparvieri, nell'arcipelago del Sulcis, ad ovest dell'isola di Sardegna.
I tabarchini resero omaggio al re sabaudo nella scelta del nome dell'abitato Carloforte. Oggi conta poco più di 5 mila abitanti.
Il monumento a Carlo Emanuele III a Carloforte |
Un'altra parte dei tabarchini si insediò nel 1770 nella vicina isola di Sant'Antioco dando vita all'abitato di Calasetta. Un esiguo numero di pegliesi, 69 famiglie, si trasferì, su invito del re Carlo III Borbone, prima ad Alicante e poi nella vicina isola Ila Plana (0,30 km quadrati!), situata non lontano dalle coste spagnole.
Oggi, l'isola è conosciuta come Nueva Tabarca ed è abitata dai discendenti dei tabarchini, che, però, hanno perso l'originaria connotazione linguistica. A differenza di Carloforte e di Calasetta che hanno, invece, conservato la propria alterità rispetto all'ambiente circostante.
Nueva Tabarca |
Una storia di mercanti, d'isole e d'identità!
Tabarca, ricomincia l'avventura!
Tabarca, ricomincia l'avventura!
Nessun commento:
Posta un commento